Nelle aziende che vogliono competere in mercati sempre più instabili la Classe Dirigente è chiamata ad inserire un elemento che fa della variabile la sua leva più forte: l’innovazione. Rispondere alla variabilità con la flessibilità di innovazione sembra essere un paradigma allineato alle necessità del contesto.

Innovare i processi, innovare la gestione, innovare il prodotto; l’innovazione è l’elemento che diventa la garanzia di successo dell’azienda nel mercato.

Ma, l’innovazione, nel contesto della conduzione d’impresa non può essere considerata una tantum. Non è un evento isolato, fine a se stesso ed eccezionale, al contrario deve essere ricercata e pianificata in maniera sistematica.

Le imprese che, amano le sfide di mercato, hanno la necessità di sviluppare una cultura aziendale che stimoli e renda merito alla creatività, all’innovazione di tutti i collaboratori, nessuno escluso. Tutta la forza lavoro è chiamata ad essere coinvolta in questo processo partendo dai piani alti della scala gerarchica.

Occorre una politica aziendale, una cultura che incentivi tutte le HR perchè facciano la doppia funzione di: eseguire i compiti assegnati e impegno nel miglioramento delle attività eseguite.

In tal direzione è necessario un detonatore: la gestione della conoscenza, la vera risorsa per l’impresa. Una risorsa che, vista l’intensità di lavoro a cui spesso l’azienda deve far fronte, trova spazio in pochi momenti utili. Infatti, a proposte di progetti intelligenti di cultura d’impresa si risponde con le classiche frasi da osteria:

  • Non c’è tempo!
  • Siamo impegnati!
  • Ne abbiamo fin sopra la testa!
  • I clienti pretendono
  • Siamo schiavi dei clienti
  • Lo vedi anche te che non riesco a darla fuori…
  • La burocrazia, le tasse, lo stato, ecc…

Sono solo alcune delle frasi (figlie della cultura dell’alibi) che, quando vado nelle aziende, mi sento comunicare. Parole, che sono dei veri e propri indicatori di assenza di innovazione; ancor di più sono il sintomo dell’assenza di conoscenza.

Eppure, il mondo esterno si muove, si innova. Ad esempio, i consumatori sono sempre più informati e consapevoli. La logica conseguenza di maggiore conoscenza a favore del cliente è che, un mercato istruito quando insoddisfatto, cambia scelte velocemente. Ti ricordo che il vero datore di lavoro non è l’imprenditore ma, il cliente che il giorno che decide di andare a comprare da un’altra parte ha “licenziato” tutti noi. A questo punto la domanda è:

Come può l’impresa riuscire a soddisfare la clientela  quando il personale interno non è soddisfatto del suo lavoro e non opera sulla base di  motivazioni?

È proprio per questo che il 19 ottobre 2018 durante l’evento di formazione “Condurre un’Impresa” avremo ospite un’autorevole voce capace, con numeri e statistiche, di aprirci gli occhi per fotografare lo stato di salute delle aziende italiane. In particolare, evidenziare se quello che pensiamo corrisponde alla realtà o a una “balla” che ci stiamo raccontando sul mondo del business.

Liberamente tratto dai suoi libri, giusto per avere un assaggio delle sue competenze e poi svelarti di chi si tratta:

Problemi ce ne sono, eccome. Anche seri. Alcuni, però, li complichiamo industriandoci a raccontar bubbole a noi stessi su noi stessi. Si prenda il tema demografico. Con questo andamento non c’è sistema di Stato sociale che regga. Possiamo pestare i piedi quanto ci pare, ma i conti non torneranno mai: se i vecchi diventano più dei giovani e i giovani senza reddito stabile è escluso che i secondi possano mantenere i primi.

Se domandate perché si fanno pochi figli avrete sempre le stesse risposte: non c’è lavoro sicuro e le banche non danno mutui. Avevamo una natalità superiore sotto le bombe, ma proviamo a crederci. Ogni anno spendiamo per la prima infanzia, fra pappette e pannolini, 825 milioni.

Sapete quanto spendiamo per gli animali domestici? 2 miliardi e 600 milioni. Forse conta il fatto che i vincoli sono diversi, fra cani e bimbi. Evitiamo, almeno, di prenderci in giro.

Davide Giacalone, opinionista di RTL 102.5 e co-conduttore de “L’indignato Speciale”. Capo della Segreteria del Presidente del Consiglio dei Ministri (1981-1982), Consigliere del Ministro dell Poste e delle Telecomunicazioni (1987 – 1991), Presidente del DiGi Club, Associazione delle Radio Digitali (2003 – 2005) e membro dell’Advisory Board di British Telecom Italia (2015 – 2016), dal maggio 2010 dirige l’Agenzia per la diffusione delle tecnologie dell’innovazione. Da ricordare fra le pubblicazioni letterarie: dal 1979 ha collaborato con Vincenzo Muccioli insieme al quale scrive, anni dopo, La mia battaglia contro la droga, l’emarginazione e l’egoismo. L’ultimo libro scritto è “Ricostituente. La Potenza Commerciale e l’Impotenza Istituzionale”.

La sua partecipazione, per il valore aggiunto culturale e l’esperienza, per noi è motivo di privilegio e lusinga. Condurre un’Impresa è anche il risultato di chiarezza del contesto del momento che viviamo. Soprattutto è anche essere consapevoli del valore delle nostre innovazioni e della nostra capacità creativa.

Come Davide Giacalone ha spesso rimarcato, il valore delle idee e delle innovazioni italiane è superiore a quel che si crede e racconta. Possiamo crescere, molto. Ma a patto di non lasciare soli gli innovatori e le aziende. A patto di riuscire a ragionare come Paese. Senza nulla togliere alla concorrenza e alla competizione, ma mettendo in sinergia gli sforzi. A 150 anni dall’Unità, ci servono mille innovatori capaci di dare corpo al futuro. Così come servono politiche che non li penalizzino, ma realizzino un ecosistema a loro favorevole. Ci sono scelte che possono essere fatte: qui, ora. L’innovazione, nelle tecnologie come nelle procedure, nel lavoro come nel mercato, è il solo serio antidoto alla regressione.

L’Italia che si è aperta, per vocazione o costrizione, corre alla grande. Quella che s’è chiusa e protetta sprofonda. E la seconda non solo è pesante, ma anche politicamente più rappresentata. Questo è l’assurdo.

La realizzazione di un’impresa, come ci insegnerà Davide, nasce da un sogno e capacità di chi ha creato questo progetto prima nella sua mente e poi nella realtà. In particolare, dall’orgoglio e dalla valorizzazione di se stessi.

Un’iniziativa non semplice, ma se a guidare il Leader sono il talento, la creatività e la visione, anche i traguardi più difficili diventano possibili. Queste potenzialità sono in ognuno di noi e partecipando a questo talk-show educativo scoprirete come individuarle e renderle parte integrante della vostra vita per raggiungere grandi obiettivi.

Scopri quali sono gli ospiti di quest’anno dell’unico Talk Show Educativo, personalità di grande successo: https://loriscomisso.it/workshop/condurre-un-impresa/

Perché da Professionista a Professionista l’esperienza di altri arricchisce.

Loris Comisso

 

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