Se il buongiorno si vede dal mattino, per analogia il buon capo si vede da come parla. Meglio, da come comunica.

Capi pluridecorati, protetti da ruoli in gerarchia che bussano alla porta di Dio eppure dei veri e propri cani randagi (con tutto rispetto dei cani…) quando si tratta di comunicare.

Aprire la bocca, per chi ascolta queste persone, diventa un fastidioso momento, ancor di più a lungo termine un’odiosa abitudine da cui prendere le distanze.

Al di là del contenuto della conversazione, diventa fondamentale dare importanza a come si comunica. Ecco 6 abitudini fastidiose da eliminare entro ieri, prima che sia troppo tardi: 

1)    Parlare per Correggere gli altri

Spesso nella fase dell’ascolto siamo condizionati dall’ascoltare per rispondere piuttosto che dall’ascoltare per capire. Ecco che chi, invasato dal proprio “ego”, si mette nella posizione di colui che sta sopra al piedistallo l’ascolto diventa un processo da “Chi l’ha visto?”.

Attribuitosi il ruolo di “Giudice Supremo”, dispensatore di sentenze, qualunque cosa l’interlocutore comunica è passibile di correzione grammaticale o lessicale.

Grazie e, fino a prova contraria, nessuno di noi è la reincarnazione di Umberto Eco.

Perché una persona dovrebbe comunicare se si sente giudicata in ogni cosa che dice?

2)    Parlare a macchinetta

Quando parli velocemente, incurante dell’ascolto altrui, il rischio è che non si trasferiscono messaggi completi. Se parli come J-Ax canta una sua canzone Rap…

Avere fretta nella conversazione spesso passa come l’idea che tu abbia qualcosa da vendere oppure qualcosa da nascondere. Ancor di più come qualcosa a cui non dai il giusto valore.

Per raccogliere tutte le sfumature di una comunicazione è opportuno prendersi lo spazio comunicativo necessario al valore del contenuto della conversazione. Ancor di più se al contenuto ci aggiungo l’importanza della relazione.

 3)     Usare il “TU” al posto del “NOI”

L’utilizzo del “Tu” e “Io” in una conversazione crea, nella comunicazione, una divisione delle parti. Due fronti separati, che già in partenza risultano divisi e percepiti come diversi.

Quando vogliamo che la diversità diventi un’opportunità meglio integrare la comunicazione con il “Noi”. Soggetto, quest’ultimo, capace di creare condivisione, positività, unità e famigliarità.

 4)     Alzare la voce

Ricordo mia nonna, contadina, che quando doveva chiamare a raccolta la famiglia, perché era pronto il pranzo, lanciava di quelle urlate che si sentivano a centinaia di metri.

Di anni ne sono passati ma, il meccanismo delle “urla”, in azienda esiste ancora, vivo e vegeto. Frequento per lavoro, una zona di “cantinari” ma, se non sei in cantina, usare un tono di voce alto può dar fastidio. Anche perché trasmette insicurezza di fondo.

Hai forse paura di non essere ascoltato?

 5)     Parlare con Pessimismo

Quando incontri le persone, se ti aspetti che quella conversazione non sarà piacevole, è quello che sarà. Sarà ricca di fastidio e il rischio è di utilizzare una comunicazione fredda e distaccata.

Questo non vuol dire fare “Zelig” nelle comunicazioni né tanto meno mettere a tacere le emozioni, ma affrontare le comunicazioni con i nostri interlocutori senza pregiudizi di sicuro è più utile a tutti.

6)     Parlare come l’Onnipotente

Dominare la conversazione, parlare di te stesso ti fa provare un piacere inestimabile, come per foga, si mangia un buon piatto.

Narcisisti comunicativi, occupatori dell’intero spazio a disposizione nella comunicazione. Ancor di più tuttologi e conoscitori dell’animo umano a parole ma, non a fatti.

Ad un certo punto sapere quando è arrivato il momento di mettere un perimetro comunicativo, è un’ottima abitudine. Ma non è detto che il narcisista si accorga della necessità di lasciare spazio anche agli altri.

La realizzazione di un’impresa nasce da un sogno e dalla capacità di chi ha creato questo progetto prima nella sua mente e poi nella realtà. In particolare, dall’orgoglio e dalla valorizzazione di se stessi.

Un’iniziativa non semplice, ma se a guidare il Leader sono il talento, la creatività e la visione, anche i traguardi più difficili diventano possibili. Queste potenzialità sono in ognuno di noi e partecipando a questo talk-show educativo scoprirete come individuarle e renderle parte integrante della vostra vita per raggiungere grandi obiettivi.

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Perché da Professionista a Professionista l’esperienza di altri arricchisce.

Loris Comisso

 

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