Qual è il segreto del successo professionale?

Chissà quante volte mi hanno fatto questa domanda al di là del ruolo che esercitava colui che avevo di fronte. Spesso mi incalzano chiedendomi se contano di più le competenze professionali o piuttosto è necessaria una buona dose di fortuna e le conoscenze giuste.

Ogni giorno ho il piacere di condividere strategie con CHI è punto di riferimento nelle aziende, persone diverse con caratteri diversi e atteggiamenti diversi. Alcuni di loro sono timidi e introversi, ma bravissimi dal punto di vista professionale. Altri presuntuosi e arroganti Altri senza mordente, impalpabili, inconsistenti. Altri ancora arricchiti da stipendi a 4 zeri e basta, cioè vuoti.

Frequentandoli ho capito che il successo non corrisponde sempre a una persona di valore o ancor più nello specifico ad una persona che ha dei valori. Questo l’ha anche  affermato un uomo che ha dimostrato, cambiando il mondo con le sue teorie, di avere valore al di là del successo, Albert Einstein. Una delle sue famose frasi di allora è stata:

“Non cercare di diventare un uomo di successo,

ma piuttosto un uomo di valore”

È incredibile quanto valore si dà al successo e quanta poca importanza si dà al valore dei valori. Oggi ci si dimentica del rispetto della persona e si usa il denaro come misura del successo. Spesso sento che la misura dello spessore di un manager sono i soldi che incassa. Poco importa se lavorano tutto il giorno, sono incoerenti e sono poco liberi, quello dei soldi è ormai un termometro sociale.

Passiamo sopra a tutto e a tutti in nome dei nuovi traguardi, magari sempre più elevati. Che non è essere impegnati per le proprie convinzioni, per le proprie idee, per i propri valori e scopi ma, è avere sempre più potere diventando avidi, spietati e calcolatori. Per di più chi è spietato e calcolatore, è anche poco libero perché schiavo di se stesso.

A volte osservo auto mirabolanti guidate da rappresentanti della classe dirigente. Altre volte in ristorante osservo scene snob con tablet e smartphone da urlo. Altre volte ancora osservo presuntuosi e arroganti di professione, ma pieni di soldi e mi chiedo:

Ma se non avessero successo, denaro, conoscenze, chi li vorrebbe frequentare?

Soprattutto chi sarebbero e cosa farebbero senza quel ruolo?

Da cosa sarebbe dato il loro valore senza quella giacca e quella cravatta?

Coloro che li circondano e li frequentano stanno con loro per interesse o per tornaconto?

Sì perché nessuno vorrebbe frequentare le persone che ti ho descritto sopra perché il successo non è affatto sinonimo di valore. Se poi è vero che noi diventiamo chi frequentiamo, meglio verificare bene chi sono le persone con cui condividiamo la nostra vita professionale perché potrebbe non valere la pena perdere ancora tempo.

Non importa cosa fai o cosa succede in quei famosi 86400 secondi che hai a disposizione nella quotidianità. Ma, è importante cosa hai imparato con ciò che hai fatto o con ciò che è successo in quei 86400 secondi. Ma è importante cosa hai compreso con ciò che hai fatto o con ciò che è successo.

C’è una sostanziale differenza fra essere un punto di riferimento che ha successo e un punto di riferimento di valore. Se una cosa ce l’hai puoi perderla e quindi cammini con la paura a braccetto. È la regola del possesso, quella di portarsi come compagna di viaggio la paura di perdere. Mentre una cosa che sei, che incarni, che ha vita dentro di te e si sviluppa, si esprime tramite te.

Nel mondo del business ci sono un mucchio di persone che predicano valori ma pochi incarnano valori. Si continua a predicare il successo nella solita forma, che diventa poi l’obiettivo di quasi tutti, che così hanno tutti gli stessi obiettivi. Se poi metti loro il dubbio con domande intelligenti ti rispondono:

 ”Ma con cosa vado dal macellaio se non penso ai soldi?”

“Ma con cosa compro da mangiare ai miei figli se non ho soldi?”

“Ma paghi tu le rate del mutuo?”

“Ma ho il leasing della Mercedes?”

“Ma mantieni tu due donne?”

Peccato che i tuoi figli non ti ringrazieranno per le case o i soldi che hai lasciato loro ma, per le emozioni che hai trasmesso loro. Già lasci loro un debito di stato che pagheranno durante la loro vita. Ma a parte i discorsi sentimentali o finanziari, sai benissimo che il motivo più importante nell’avere una professione è il piacere nella propria professione, è il piacere nel risultato, è accorgersi di come quel risultato ha portato valore nella famiglia o nella società.

Ma quando ci conformiamo all’idea di successo nel perfetto stile di soldi, donne, ville, barche, approvazione sociale, fama è allora che perdiamo di vista cosa è veramente importante per noi.

Manager di successo o manager di valore, quale è la differenza?

Meglio soffermarsi sul vocabolario della lingua italiana, “SUCCESSO” è il participio passato del verbo SUCCEDERE. In poche parole la capacità acquisita nel tempo di far accadere le cose.

Mentre VALORE dal latino significa ESSERE FORTE che ci conduce al significato latino di STAR BENE. Senza poi dimenticare il significato di VALORE ECONOMICO.

Chiarendo il tutto, un manager di valore è colui che è forte nei proprio valori per creare valore economico e stare bene e non per avere di più; è questione di verbi ESSERE e non AVERE.

Il manager di successo, in realtà, può essere molto povero a livello interiore. Anche se in apparenza professa un lavoro riconosciuto a livello di prestigio e di retribuzione, possiede gli accessori giusti e frequenta le compagnie più in voga.

Il secondo, quello di valore, può avere pochi soldi, un lavoro umile, ma ha valore per quello che riesce a dare agli altri, spiritualmente, emotivamente, moralmente, e anche materialmente.

Chi dei due è davvero ricco?

Quale dei due riesce a sviluppare meglio la propria attività?

Qual è il segreto del successo professionale?

Il vantaggio competitivo sta in quelle che si conoscono come: “capacità sottili”. SPESSORE/SOTTILE sembrano l’una il contrario dell’altra.

Le abilità professionali sono quelle che fanno ottenere l’appuntamento dal tuo cliente, mentre le capacità sottili sono quelle che determinano se quel cliente sposerà il tuo progetto. In poche parole è la famosa differenza fra il saper fare e il saper essere.

Quali sono nello specifico le capacità sottili?

Nella professione le competenze professionali sono quelle che ci permettono di realizzare con successo una determinata attività.

Un avvocato senza la conoscenza delle legge difficilmente farà l’avvocato per molto

Un venditore senza la conoscenza del prodotto difficilmente farà il venditore per molto

Un web marketer senza la conoscenza di internet difficilmente farà il marketer per molto

Le capacità sottili sono una serie di qualità, che vanno dalle nostre abilità sociali alle nostre abitudini di lavoro, allo sviluppo delle nostre intelligenze, alla capacità di gestire le emozioni, alla consapevolezza di sé, includendo anche la capacità di prendere decisioni. Abilità che fanno la differenza al momento di iniziare a completare un progetto, risolvere un conflitto o interagire con gli altri.

Nello specifico, quali sono i 5 più importanti utilizzi delle capacità sottili per creare valore?

  1. Considerare gli altri come valore 

I professionisti di valore sono quelli che comprendono cosa motiva le persone e sono in grado di entrare in sintonia con le emozioni degli altri, clienti compresi.

Non dividono i clienti (per “Clienti” intendo interni ed esterni) in simpatici e antipatici. Sono professionisti capaci di portare valore agli altri, fanno da mediatori nei momenti complicati o addirittura si impongono come leader.

Come punto di riferimento siamo chiamati a guidare gli altri e non farti guidare dagli altri o dagli stereotipi, perché altrimenti diventi schiavo. Essere abile dal punto di vista relazionale vuol dire essere in grado di mettersi nei panni dell’altra persona, ma continuando a tenere a mente l’obiettivo del progetto e lavorando per il suo risultato.

Questo significa essere in grado di motivare i clienti o i partner, tirando fuori  da loro la produttività e contribuendo a creare un piacevole ambiente di lavoro. Pertanto, dobbiamo sapere quando è il momento di fare dei complimenti, ma anche quando e come fare una critica.

  1. Prendere e portare a casa i feedback di valore 

Spesso, quando un punto di riferimento è molto competente nel suo lavoro, fatica ad accettare critiche. Nella peggiore delle ipotesi, fa orecchie da mercante e fa finta di ascoltare facendo spallucce, non ci sente.

Ma, essere aperti ai diversi punti di vista e opinioni è indispensabile per costruire la tua figura di un manager di valore. Il miglior consiglio viene da dove meno te lo aspetti. In più è importante una riflessione: ci vogliono più male coloro che ci criticano apertamente o coloro che lo fanno alle spalle e lo si viene a sapere alla fine?

La critica accettata è un atto di forza. Mettersi sulla difensiva davanti alle critiche è il modo migliore per condannarci al fallimento professionale. Dobbiamo imparare ad ascoltare ciò che gli altri hanno da dire e poi dare un valore alle critiche. Una volta valutate, se necessario, cambiare rotta.

  1. Avere chiarezza del valore delle abitudini di valore

Anche nell’attività più creativa vi sono una serie di abitudini che supportano la produttività. Ad esempio, un pittore o uno scrittore hanno bisogno di stabilire una routine che permetta loro di creare.

Non è un caso che la maggior parte dei professionisti di valore in ambito letterario o artistico sono coloro che si sono imposti una disciplina di lavoro quotidiano eliminando le distrazioni. Fra le abitudini di lavoro che producono valore ci sono anche attività come le pause, il riposo e l’ozio.

I professionisti di valore sono coloro che sanno quando è ora di prendersi una pausa, sono quelli che sanno stabilire il giusto equilibrio tra lavoro e riposo.

  1. Trasferire il valore della correttezza e della concretezza

Molte persone credono che ammettere un errore significhi scavarsi la tomba con le proprie mani. Questa è un punto di vista vecchio, meglio aggiornarlo ai tempi moderni. Non siamo macchine, anche se questo mondo ce lo sta facendo credere.

Chi è di valore da priorità ai valori piuttosto che far vedere che sanno tutto per dimostrare di essere i migliori. Danno valore alla possibilità di scoprire, di educare, di apprendere, di formarsi piuttosto che alla conoscenza.

I Manager di valore, quelli tutti di un pezzo, quelli integri, quelli apprezzati per la loro onestà, quelli capaci di riconoscere i propri errori, quelli che non hanno paura di comunicare che “non sanno una cosa”, quelli che incarnano i propri valori hanno ancora più successo di quelli di successo

Per di più fanno ottenere risultati perché loro per primi hanno ottenuto risultati con quello che propongono.

  1. Esprimere Il valore della tranquillità e della calma 

Siamo realisti oggi come oggi lavoriamo tutti sotto pressione. Un peso costante causato da scadenze, mercati che cambiano in continuazione e clienti sempre più esigenti.

Essere di valore vuol dire anche mantenere la calma in situazioni di stress e dare il meglio sotto pressione. Quando veniamo sequestrati da emozioni come rabbia, frustrazione e nervosismo c’è poco da fare non diamo il meglio di noi stessi. È così che aumentiamo la probabilità di fare errori e perdiamo obiettività nel valutare le situazioni.

Per il professionista di valore le emozioni sono uno stimolo non un ostacolo.

Non si tratta di imparare a fare di più in meno tempo, ma piuttosto di fare in modo diverso per ottenere di più. La cosa giusta, al momento giusto, nel modo giusto perché la cosa giusta, fatta al momento sbagliato, diventa sbagliata. Scegliere per non subire le scelte degli altri. Se ogni cosa è importante, si perde di vista il poco che davvero conta.

Più di ogni altra capacità, gestire il tempo determina il tuo successo LINK

Grazie e Buona Giornata

Loris Comisso

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