Figlio di agricoltori, lascia le scuole elementari molto presto per andare a Bologna per lavorare in un’azienda che revisiona automezzi dell’esercito e dedicarsi alla sua passione per i motori.

Nel 1946, grazie alla crescente domanda di trattori e all’esperienza acquisita nelle riparazioni, Lamborghini intraprende la carriera di imprenditore nella produzione di trattori.

Compra veicoli militari rottamati dalla guerra e li trasforma in macchine agricole. Un geniale utilizzo delle opportunità del contesto.

Solo tre anni dopo la guerra, l’azienda Lamborghini era capace di progettare e costruire da sola i suoi trattori e già nel corso degli anni cinquanta e sessanta la Lamborghini Trattori diventa una delle più importanti aziende costruttrici di macchine agricole in Italia.

La strategia di Lamborghini per ottenere rapidi risultati consisteva nell’individuare le aziende e i prodotti leader per poi avviare una “campagna di reclutamento” dei tecnici più significativi, offrendo loro stipendi molto più sostanziosi di quelli percepiti nelle aziende di appartenenza.

Una capacità di recruitment dei migliori per far diventare la sua azienda la migliore per proprietà transitiva.

Nel 1959, lo spirito imprenditoriale del fondatore del nuovo marchio si spinsero oltre, fino a concepire la produzione di elicotteri che non fu mai avviata.

Il successo personale di Lamborghini gli permise di acquistare molte automobili di lusso e possedere diverse automobili anche della Ferrari. Macchine del cavallino, a cui non risparmiava le critiche: Lamborghini diceva che le Ferrari erano buone automobili, ma le considerava “rumorose” e ne lamentava gli interni essenziali.

L’idea di produrre macchine sportive gli venne dopo una discussione con Enzo Ferrari. Ferruccio possedeva due Ferrari identiche e più di una volta ha rotto la frizione. Dopo aver sborsato fior di quattrini per ripararle a Maranello, un giorno – dopo l’ennesimo guasto – ne portò una nella sua officina e un meccanico la smontò. La frizione che si rompeva era identica a quella che montava sui suoi trattori.

Da quel momento le lamentele di Ferruccio Lamborghini con Enzo Ferrari divennero molto più accese: «Spendo una fortuna per un’auto fatta con i miei pezzi!». Pare che la risposta di Enzo Ferrari sia stata: «La macchina va benissimo. Il problema è che tu sei capace a guidare i trattori e non le Ferrari».

 

 

Questa, secondo la nota leggenda, peraltro confermata dallo stesso Ferruccio, fu la molla che fece scattare la sua decisione di fondare il settore automobili della Lamborghini, allo scopo di costruire una vettura sportiva secondo i suoi canoni. Lamborghini sosteneva che una vettura Gran Turismo dovesse offrire alte prestazioni senza sacrificare le doti stradali e la qualità degli interni.

La storia della rottura tra Ferrari e Lamborghini è colma di leggende. Si dice che quando Ferrari seppe delle intenzioni di Lamborghini, disse ad un suo collaboratore: “Abbiamo perso uno dei nostri migliori clienti“, non credendo troppo all’effettiva capacità di Lamborghini di poter fare concorrenza alla Ferrari.

Lamborghini, in un’intervista rilasciata nel 1991, disse che da quel famoso giorno Ferrari non gli rivolse mai più la parola, e che il Drake lo evitò in più occasioni. Dal canto suo, Enzo Ferrari ha negato che tutta la vicenda sia mai avvenuta.

Nel 1972, senza alcun preavviso, cedette la quota di maggioranza dell’azienda automobilistica all’industriale svizzero Georges-Henri Rossetti e si ritirò nel suo pezzo di terra nella regione Umbra, dedicandosi alla produzione di vino.

Nel 1992 fu contattato per riprendere le redini della Lamborghini in qualità di direttore della produzione. Dopo una breve trattativa che pareva concludersi fruttuosamente, Ferruccio pose come punto di resistenza che gli fosse consegnata la prima automobile costruita dall’azienda, ovvero la “350 GTV”; la possibilità gli fu negata e per risposta, Ferruccio Lamborghini interruppe la trattativa e oppose un definitivo rifiuto.

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Buona Giornata

Loris Comisso

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