Come si può sintetizzare in un essere umano, l’individualità, il carattere, il background, il mind set e la visione del leader, che deve affrontare le principali sfide del mondo degli affari contemporaneo?

Dare un’idea di Leadership, sommandosi alle centinaia di ricerche già esistenti su questo tema, è un’impresa ardua. Infatti, non è intenzione di questo articolo fare il solito elenco dei 6 punti, degli 8 elementi, delle 4 linee guida, dei 3 segreti per la leadership.

L’obiettivo è una sintesi, due parole chiave che raggruppano tutto il resto al di là dei contesti spaziali o temporali, che si prendono in considerazione.

Sfatiamo innanzitutto un mito epocale, in una società capitalistica i numeri la fanno da padrone. Ma, quando parliamo di Leadership i numeri non sono l’unica misura del successo anzi, sono l’ultima. E poi se proprio dobbiamo entrare già nel concetto di leadership i numeri sono quell’elemento imprescindibile a disposizione dei manager per guidare l’azienda. Il leader è altro, in un mondo che cambia in continuazione e che non ha più i riferimenti del passato, in continua trasformazione dove l’incerto supera il certo.

Si cambia tutto per non cambiare nulla, la costante è il cambiamento unitamente alla velocità che da ancora maggiore insicurezza all’instabilità.

Si può cavalcare quest’onda con il gioco di squadra, ormai il manager/leader che arriva in solitaria sul suo destriero di color bianco ha lasciato spazio ad altri modelli di riferimento. Sempre che il manager stesso non abbia voglia di continuare in questa strada acquistano in saldo e in leasing il suo nuovo cavallo bianco.

Sempre di più, proprio in funzione del lavoro in team, il leader dovrà possedere la capacità di andare in relazione e mantenere rapporti duraturi nel tempo, dovrà saper sfoggiare buon uso della comunicazione e dovrà lasciare il posto ad una attività odiata da tanti manager geocentrati, la delega.

Non dovrà più avere l’ambizione di far pensare tutti con il suo mind set, far pensare tutti con un pensiero unico, il suo. Ma, questo pensiero sarà arricchito dai punti di vista diversi di coloro che compongono il team. Il manager dovrà quindi avere anche la capacità di sintesi e di ottimizzazione delle parti in causa.

La diversità non è più sinonimo di pericolo o sbaglio, che diventava così il punto di rottura di una organizzazione, ma ora è una risorsa strategia, sinonimo di opportunità.

Certo è che per includere la diversità dei punti di vista collettivi ottimizzandoli significa sviluppare nuove e cruciali abilità. Dalla rigidità manageriale non possiamo estrapolare caratteristiche utili in tal senso, meglio far appello alla flessibilità, a punti di vista aperti e al pensiero creativo.

È una strada complessa, irta di difficoltà. Ma al manager che vuol diventare anche leader conviene fare attraverso un grosso investimento, un investimento certo e solido che è la formazione per non continuare a subire il cambiamento in modo reattivo ma, a imparare a crearlo con il driver della proattività. Bisogna decidere se esercitare un ruolo attivo o un ruolo passivo rispetto il cambiamento e la gestione. Una formazione costante e continua, lo strumento strategico per il raggiungimento dell’eccellenza e la costruzione di un futuro di successo.

Formazione per sviluppare quelle nuove e fondamentali attitudini quali la flessibilità, l’adattabilità, la visione prospettica, la mentalità out of the box e il pensiero creativo e innovativo. Proprio perché il compito è grande, l’investimento deve supportare tale risultato da raggiungere.

Fino qua nulla di nuovo sotto l’albero ma, oggi il leader, più che mai, deve fare della RESPONABILITA’ il suo vantaggio distintivo. Responsabilità verso se stesso, responsabilità verso le persone che fanno parte dell’organizzazione, responsabilità verso il contesto sociale di riferimento dell’azienda, responsabilità ambientale (sia mai che arriva Greta a tirarci per i piedi…).

Responsabilità è il punto di partenza di un’espressione dei valori concreta, la punta di un iceberg fatto di valori distintivi che l’azienda protegge e promuove con fatti concreti e non solo a parole nei talk o nei convegni delle associazioni di categoria per apparire belli alla platea.

La leadership più efficace in poche parole?

Quella che viene trasmessa attraverso l’esempio, i comportamenti organizzativi congruenti e valori forti. Elementi simbolo di affermazione e il punto di partenza delle decisioni organizzative.

Se alla responsabilità non si aggiunge passione e autenticità chiunque può essere un buon capo, difficilmente un leader. Perché poi entra in gioco la fiducia.

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Nelle organizzazioni, oltre che per self confidence, diventa un driver di risultati. DARE FIDUCIA ed OTTENERE FIDUCIA dagli altri: se mi fido di me stesso e mi fido dei miei colleghi, da chi mi circonda, potrò ottenere il meglio da me stesso e dagli altri

 

Grazie e Buona Giornata.

Loris Comisso

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