“…Non puoi controllare le persone attraverso politiche, procedure e attività di continuo controllo. Puoi farlo solo attraverso una forte cultura della gestione del rischio e l’assoluta integrità di tutti i leader coinvolti”

Questa osservazione è un riassunto di tutto ciò che si legge nel nostro contesto attuale. La domanda è:

Una migliore leadership può fare la differenza per prevenire determinati tracolli?

Di sicuro una buona leadership fa la differenza, sempre. Soprattutto per quanto riguarda la gestione del rischio o dei potenziali pericoli. In passato, molte delle organizzazioni imprenditoriali e aziende del settore pubblico, che sono uscite indenni dai tracolli del passato, erano riuscite a vedere prima i pericoli all’orizzonte.

Era evidente che chi stava in alto comprendeva il potenziale impatto e le più ampie implicazioni dei potenziali problemi e prendeva provvedimenti immediati per prevenirli o aggirarli. In sostanza, queste organizzazioni avevano culture in sintonia con potenziali rischi e con la capacità di gestire efficacemente le dinamiche. Una percezione del rischio consapevole.

 Al contrario, coloro che hanno sofferto di più durante le crisi non sembrano anticipare i rischi o i problemi futuri, soprattutto se questi sono di portata generale. Ad esempio, quando le persone parlano delle banche, delle società di intermediazione e delle società di investimento, che sono andate così male durante più crisi conclamate, alcune delle domande più importanti riguardano proprio il rischio.

  • Come hanno potuto non conoscere i rischi?
  • E se lo sapevano, perché non hanno fatto qualcosa prima?
  • Erano troppo impauriti per affrontare i problemi, speravano che sarebbero andati via da soli?
  • Perché non hanno capito le conseguenze delle loro azioni?
  • Non potevano prevedere come le loro decisioni sarebbero inevitabilmente diventate un problema tra aziende e paesi per influenzare gli altri?
  • E la più semplice: Cosa aspettano a fare qualcosa?

Sulla base della mia esperienza, in qualità di titolare della mia azienda e formatore di leader aziendali, i “capi” che guidano queste organizzazioni avrebbero dovuto conoscere i rischi. Avrebbero dovuto interpretare e agire rapidamente. E avrebbero dovuto sentirsi obbligati ad agire, perché era sia la cosa giusta che quella intelligente da fare. Non fare la cosa che conviene per piacere ai tanti ma, la cosa GIUSTA, anche se impopolare. È responsabilità del leader gestire il rischio in modo efficace.

In che modo i leader aziendali ottengono un’efficace gestione del rischio?

Fondamentalmente, credo che possano fare bene tre cose semplici.

  1. Innanzitutto, farsi le domande giuste

Molti titolari, capi, leader, manager e dirigenti spesso, con il senno di poi, ammettono di non aver compreso la matematica o l’economia alla base di molti accadimenti. Di non aver badato ad una analisi di contesto. Mentre i leader efficaci chiamano in causa gli esperti, gli specializzati e non danno ascolto alle fake news, figlie di Facebook o di qualche programma demenziale in tv. Di conseguenza, è grazie ad una accurata analisi, anche se può rivelarsi tempo perso, che le ipotesi alla base sono corrette oppure sbagliate. Non è grazie al sentito dire o a un’opinione personale, condizionata dal pensiero di quello che vorremmo che fosse.

Per altri leader, porre le domande giuste o difficili è troppo lavoro o una perdita di tempo. Non vogliono destabilizzare la baracca, specialmente quando le cose vanno bene o si è in un’altalena up/down. Questi leader trascurano l’esercizio di un ruolo spesso difficile e scomodo, quello del leader. A volte, devi scuotere lo status quo dalle fondamenta. È uno sporco lavoro ma, qualcuno lo deve fare prima che sia troppo tardi. I leader, che pongono domande difficili, scoprono abbastanza presto che se qualcosa sembra troppo bello per essere vero, di solito lo è. Il leader deve diventare un agente segreto, un infiltrato della CIA.

  1. In secondo luogo, i migliori leader si consultano con un mix di persone

…con diverse prospettive, background e conoscenze per prevedere, valutare e gestire i rischi. Si consultano con gli altri, che non sono solo dentro la loro sfera di influenza, come il proprio cugino o la propria amante. L’errore che si commette spesso è  che in azienda si creano dei club esclusivi a cui possono partecipare solo alcune persone. Di solito sono composti da persone affini, perché il “bastian contrari” è uno, che nella percezione dei Leader, “Fa Contro”.

Purtroppo, si è spesso catturati dal successo del momento.  In più, c’è una cosa ancora più complicata, che alberga nella testa delle persone di questo rango: “Credono che non perderebbero mai”. Perché credono di  essere molto più intelligenti di chiunque altro, sia all’interno che all’esterno delle loro aziende. Di conseguenza, non ascoltano le persone che portano diversi punti di vista alla discussione.

I buoni leader accolgono con favore opinioni e punti di vista diversi. Per questo motivo, sono consapevoli dei potenziali rischi e hanno la capacità di prendere decisioni più informate e inevitabilmente più sagge. Spesso la ricettività verso diversi punti di vista e opinioni ha definito le culture delle aziende sopravvissute alle crisi e che continuano a prosperare.

  1. In terzo luogo, i leader più efficaci sono persone di buon carattere

Hanno integrità, coraggio e compassione. Sono attenti, prudenti e consapevoli dei loro limiti. In quanto tali, sono sensibili ai rischi di danneggiare i loro azionisti o collaboratori attraverso i loro comportamenti. Si assicurano che qualsiasi decisione presa o qualsiasi azione intrapresa sia in definitiva positiva per la loro azienda, i loro azionisti, i loro collaboratori e i loro clienti. E’ a fin di bene. Nel complesso, hanno una determinazione inesorabile di contribuire al bene dell’organizzazione che servono, alle persone che li seguono e alla comunità in cui operano. Hanno chiare le conseguenze dei propri comportamenti.

Al contrario, ad altri leader non importa cosa potrebbe accadere ad altre persone. Alcuni sanno che, “grazie” alle loro scelte, le loro aziende stanno costruendo situazioni prossime al collasso. Capiscono che le persone possono farsi del male e che gli investitori possono perdere i loro risparmi ma, non gliene importa nulla. Un malato egocentrismo li governa.

In sintesi, la gestione e le procedure per la previsione, la valutazione e la gestione dei rischi sono importanti, sono delle sponde utili in un’azienda. Ma se i Leader non fanno le domande giuste, se non cercano una varietà di opinioni e prospettive e se non agiscono con integrità, queste regole, le procedure impostate, non faranno alcuna differenza.

E quando questo accade, la colpa delle conseguenze dannose ricade esclusivamente sulla leadership.

Faccio un parallelismo con la situazione attuale. In generale, abbiamo una visione distorta del rischio.

Per natura, sottostimiamo i rischi che si presentano più raramente: i terremoti, le eruzioni vulcaniche e, nell’ultimo secolo almeno, le epidemie/pandemie. Per questo genere di rischi abbiamo, sostanzialmente, un solo strumento a disposizione: la ridondanza, essere pronti a tutto. Mi sono informato e tradizionalmente, le malattie più pericolose per l’uomo sono quelle a trasmissione area, per evidenti motivi legati alla forma di contagio. Basta respirarsi vicino.

Come è possibile che non siano state predisposte scorte adeguate di mascherine, ma anche di disinfettati e altri presidi sanitari di base, persino di respiratori se sappiamo che i polmoni sono un punto debole dal punto di vista epidemiologico?

Quale logica perversa ci ha spinto a non accantonare quantomeno scorte di mascherine, oggetti da pochi centesimi al pezzo?

Non è poi difficile farsi delle domande…

La risposta che mi viene è solo una. La logica della gestione dei magazzini oltre alla percezione errata del rischio: la logica pull della gestione dei magazzini con il just in time. Si produce solo se serve, altrimenti è un costo. Logica del profitto, di stampo americano. I nostri nonni “Guai un mal di notte” avevano la gestione del rischio, avevano le soffitte e i granai pieni0. A noi basta una nevicata per mandare in tilt un intero sistema. Non abbiamo neanche il sale in magazzino per la strada ghiacciata. Rincorriamo quando serve ma, è troppo tardi. Ad inseguire c’è un presupposto, arrivi sempre dopo.

Siamo il Risultato dell’opulenza?

I nostri magazzini comunali non hanno nemmeno il sale per il ghiaccio d’inverno; tant’è vero che appena viene la neve si bloccano strade, lavoro, economia.

Non ci resta che essere contenti come i bambini che a casa da scuola per loro è una festa. Ognuno di voi faccia la dovuta e propria riflessione.

Grazie e Buona Giornata

Loris Comisso

Cerca
Articoli collegati